[CASO STUDIO] Come chiudere una società indebitata senza intestarla a teste di legno o trasferirla all'estero

Molti credono che gli imprenditori siano delle sanguisughe, che sfruttano i lavoratori e pensano solo ai soldi, fregandosene di dipendenti, famiglia e sani principi.

Beh, chi lo pensa, evidentemente non ha idea di quanta fatica ci voglia a mandare avanti una PMI in Italia.

Lo Stato ammazza le aziende di tasse, metà del fatturato spetta di diritto a lui.

I dipendenti non sempre fanno il loro dovere.

Se non vengono opportunamente formati, spronati, incentivati, si limitano allo stretto indispensabile e arrivederci.

Guai a pensare di licenziarne qualcuno, se solo non rende come ti aspetti.

Tutto ricade inevitabilmente sulle spalle dell’imprenditore.

Su chi altri se no?

Il commercialista?

A memoria, in tanti anni di lavoro a contatto con le PMI, si possono contare sulle dita di una mano i consulenti che abbiano fatto davvero gli interessi delle aziende clienti.

Alcuni se ne fregano, senza troppi giri di parole.

Liquidano le richieste di aiuto degli imprenditori senza proporre soluzioni valide, non rispondono al telefono, presentano parcelle proibitive se solo si prestano a fare qualcosa in più.

Anche se, detto onestamente, molte volte sarebbe meglio che si limitassero al loro lavoro di disbrigo delle questioni burocratiche per conto delle aziende.

Non lo scrivo per cattiveria o per far terra bruciata intorno a loro.

Io per primo sarei contento se avessero tutti le competenze necessarie per assistere le imprese, anche dal punto di vista finanziario.

Ma non è così.

Loro sono già oberati di lavoro e pensare che possano sforare in mansioni differenti può esporre l’azienda e l’imprenditore a grossi rischi.

L’immobilità è probabilmente il male minore.

Il peggiore sono i consigli scellerati, le soluzioni fantasiose, le forzature al limite della legalità, pur di far qualcosa e spillare altri euro di consulenza alle aziende.

Le conseguenze di queste ultime azioni possono essere molto pesanti.

E Rino, uno dei miei Assistiti più recenti, le ha conosciute da vicino.

Lui, insieme ad altri tre soci, è titolare di un’azienda impegnata nel settore delle telecomunicazioni.

Per decenni gli affari sono girati benissimo.

Fatturato consolidato, base clientela molto valida, si è occupato sin dall’inizio di vendere, installare e gestire sistemi di telecomunicazione per aziende e piccoli comuni.

Tutto procedeva in linea con le aspettative dei quattro soci, poi la situazione è precipitata.

La sua azienda già da tempo aveva la tendenza ad utilizzare i finanziamenti a tappo.

Dopo le prime concessioni, i due Istituti di Credito a cui si rivolgevano hanno iniziato a proporre condizioni sempre peggiori, fino all’avvio della procedura di pre-revoca, poco prima che Rino si rivolgesse a noi.

I rapporti con i fornitori non erano idilliaci, soprattutto con i player più grossi del settore.

Il rischio di interruzione delle forniture, per mancato pagamento delle fatture, era molto alto.

A questo si aggiungeva anche una situazione fiscale molto rischiosa.

C’erano diverse cartelle esattoriali accumulate e, anche se i pagamenti erano stati rateizzati, non potevano essere pagate perché mancava la liquidità per onorarle.

Il rischio di pignoramento dei beni e dei conti correnti era molto elevato, sia da parte di Equitalia che delle banche.

In una situazione del genere, chiunque farebbe di tutto per evitare il peggio, soprattutto quando parte del patrimonio personale è altamente esposto.

Né Rino né i suoi soci avrebbero mai voluto che i loro figli pagassero le conseguenze dei loro errori e della profonda crisi che stava attraversando l’impresa, così si sono fidati dei consigli del consulente di fiducia.

Purtroppo, però, il commercialista non ha fatto altro che peggiorare la situazione, esponendo l’imprenditore non solo al rischio di gravi conseguenze patrimoniali, ma anche penali.

Tra cambi di sede e trasferimento di intestazioni dell’azienda, le azioni suggerite dal commercialista hanno rasentato totalmente i limiti della legge.

Una situazione che, se non presa in tempo, sarebbe costata cara a Rino e i suoi soci.

Per spiegartela meglio, illustrarti tutti i passaggi nel dettaglio e, soprattutto, farti sapere come siamo riusciti a liquidare l’azienda senza manovre compromettenti per gli imprenditori, ho registrato un video.

Ascoltarlo potrebbe tornarti molto utile, qualora stessi vivendo una situazione simile a quella di Rino o prevenirla, qualora dovesse presentarsi in futuro.

Restare in guardia da certi consigli sbagliati che possono arrivarti dal commercialista o da altri consulenti improvvisati, può davvero salvarti la pelle da una fine molto traumatica.

Guarda il video, per capire com’è andata a finire.

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