La digitalizzazione ha avuto un forte impatto sul settore dei servizi finanziari.
Uno dei motivi principali è che i prodotti finanziari si basano quasi esclusivamente sulle informazioni e il più grande cambiamento provocato dall’avvento del digitale è la capacità di rendere efficiente la gestione di dati.
Tutto nel mondo finanziario si basa sulle informazioni: le transazioni di pagamento, i contratti di credito, i fondi d’investimento… tutti i prodotti bancari e finanziari non necessitano di componenti fisiche.
Lo stesso denaro sta diventando solo una cifra riportata sullo schermo di un dispositivo elettronico.
Un altro motivo è che la maggior parte dei processi sono quasi interamente implementati senza alcuna interazione fisica, come avviene ad esempio nei pagamenti online o nella compravendita di azioni.
Grazie agli sviluppi nella tecnologia dell’informazione (IT), il processo di digitalizzazione in corso non sta solo portando a una crescente automazione dei processi, ma a una riorganizzazione fondamentale della catena del valore dei servizi finanziari con nuovi modelli di business e nuovi attori che entrano nel mercato.
Questi nuovi attori sono le startup Fintech.
Il termine “tecnologia finanziaria” o “Fintech” riflette lo sviluppo della trasformazione indotta dall’IT.
Questi i fattori trainanti della trasformazione in atto.
#1 – Gli sviluppi nella tecnologia delle informazioni (IT).
Il social computing, i big data, l’Internet delle cose, il cloud computing, la tecnologia blockchain che consentono alle società di servizi finanziari non solo di automatizzare i processi esistenti, ma consentono di offrire prodotti servizi, processi e modelli di business completamente nuovi per l’industria dei servizi finanziari.
Tra gli esempi più importanti ci sono il crowdfunding o le piattaforme assicurative peer-to-peer che si sono sviluppate come modelli complementari a quelli delle banche e delle compagnie di assicurazione.
#2 – Cambiamento del comportamento dei consumatori.
L’uso di canali di interazione elettronica da parte dei clienti è cresciuto negli ultimi anni e ha costretto molti fornitori di servizi finanziari a ridimensionare le loro reti di filiali e agenti e riorganizzare la loro gestione dei canali verso l’interazione ibrida con i clienti e più servizi self-service del cliente.
Ad esempio, in Germania le banche hanno ridotto il numero di filiali da circa 50.000 nel 1990 a 34.045 nel 2015 (Deutsche Bundesbank 2016) e il numero di visite alle filiali è sceso da 3 a 1 in 15 anni (Pickens et al. 2009).
#3 – Cambiamento della regolamentazione.
Anche se dopo la crisi finanziaria del 2008 la regolamentazione del settore dei servizi finanziari è aumentata quasi in tutte le aree, molti paesi negli ultimi anni hanno avviato iniziative per abbassare i livelli di ingresso per le startup Fintech.
Esempi sono Londra, Singapore o Hong Kong che hanno introdotto una cosiddetta “sandbox” Fintech per sperimentare nuovi prodotti, servizi e modelli di business, promuovere lo sviluppo del mercato con unità organizzative specializzate (ad es. Innovate Finance nel Regno Unito) e fornire supporto finanziario (ad esempio, Autorità monetaria di Singapore).
Sebbene molte delle recenti soluzioni Fintech siano state sviluppate da startup del settore non bancario, anche le banche hanno iniziato ad adottare molte di queste soluzioni.
A seconda del tipo di fornitore (banca /non banca) e del tipo di interazione (B2C, C2C), i servizi Fintech si concentrano sull’interazione tra clienti e banche o solo tra clienti.
Tra gli esempi B2C vi sono videoconferenza (consulenza), robo-advisory (investimenti) e richiesta di credito online (finanziamento).
A differenza dei servizi B2C, in cui le banche sono il fornitore principale, le soluzioni C2C si concentrano su servizi e piattaforme peer-to-peer.
Queste soluzioni consentono un’interazione diretta tra i clienti senza alcun fornitore o laddove questi fornitori offrano piattaforme per interazioni C2C.
Esempi sono il pagamento peer-to-peer o le comunità di clienti online.
Secondo una ricerca condotta da Nielsen e l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano il 64% delle PMI italiane dichiara di aver fatto uso di prodotti e servizi finanziari rivolti alle imprese come Invoice Trading, Prestiti a medio-lungo termine, Investimenti, Factoring, Lettera di Credito, Strumenti di previsione dei cash flow.
Ma per quel che riguarda le modalità di accesso a tali servizi si osserva un equilibrio tra canale fisico (filiale o consulente) e digitale (Internet Banking da PC).
Solo per i servizi di pagamento (come bonifici, F24, RI.BA, ecc.) il canale digitale prevale nettamente (96% delle PMI).
Le startup Fintech sono aziende innovative che, offrendo servizi nuovi e centrati sul cliente, stanno svolgendo un ruolo cruciale nella digitalizzazione del mercato finanziario italiano.
I modelli di business delle startup tendono a un approccio collaborativo: alcune supportano le banche ad affrontare la trasformazione digitale, altre invece le vedono come degli intermediari, delle piattaforme tramite cui offrire i propri servizi.
Al momento, tutte queste realtà si propongono come diretti competitor solo su un numero ristretto di servizi, mentre poche puntano ad offrire una serie completa di servizi bancari o assicurativi.
Ciò non toglie che le Fintech offrono servizi finanziari in maniera più flessibile e a prezzi più competitivi.
Detto questo, come può una PMI sfruttare i servizi delle Fintech nell’ambito di una gestione strutturata delle sue fonti di finanziamento?
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